Il Vino Santo del Trentino: storia, luoghi di produzione e caratteristiche

by Redazione Fine Taste

Oggi vi vogliamo parlare di un vino molto particolare e raro: il Vino Santo Trentino.

Perché si chiama così? Dove si produce? Che caratteristiche ha?

Lo spunto per darvi qualche informazione su questo vino viene dalla nostra collaborazione con la Cantina Pisoni, famosa per essere tra le poche che produce questo particolare vino. Noi lo conosciamo da anni, ma è stato molto utile ed interessante approfondire la sua conoscenza

Cominciamo con il dire che non bisogna confondere il Vino Santo Trentino con quello, sicuramente più famoso, toscano. Anche se entrambi sono vini “passiti”, hanno caratteristiche completamente diverse.

 

Vino Santo Trentino Presidio Slow Food Fine Taste

Storia: perché si chiama Vino Santo?

Dal punto di vista storico, è difficile datare esattamente la presenza del Vino Santo Trentino. In termini generali, la tradizione dei vini dolci, passiti, fu introdotta in Italia nel Medioevo grazie ai commercianti veneziani che li importavano dalla vicina Grecia.

Anche sul termine Santo non ci sono documenti precisi a cui fare riferimento. Molto probabilmente deriva dal fatto che le uve, ormai appassite, venivano pigiate in prossimità della Settimana Santa Pasquale, oppure perché era un vino che veniva usato per celebrare la Messa.

A livello cronologico il primo documento ufficiale che attesta la presenza di questo vino in Trentino risale al 1508. Il Vino Santo Trentino rientrava nei beni che il proprietario del Castello di Toblino doveva "donare" al vescovo della città di Trento.

 

Luogo di produzione del Vino Santo Trentino: la Valle dei Laghi

Con la Valle dei Laghi si indica il territorio compreso tra il lago di Garda e la città di Trento, la cosiddetta bassa Valle del Sarca.

Come suggerisce il nome, si tratta di una zona in cui predomina la presenza di piccoli laghi: Terlago, Santa Massenza, Toblino, Cavedine... Dal punto di vista paesaggistico una zona bellissima ma, soprattutto, un terroir con il clima ideale per la produzione del Vino Santo e per l'appassimento delle uve.

La ventilazione è pressoché costante e garantita dal limitrofo lago di Garda grazie ai due venti: il Pelèr, il vento del Nord e l'Ora, il vento del Sud. Inoltre, i piccoli laghi circostanti,  favoriscono la giusta umidità per la crescita della "Botrytis cinerea", la famosa "muffa nobile" che si sviluppa all'interno degli acini di uva provocandone la disidratazione ma anche arricchendone  il profilo sensoriale.

 

Le caratteristiche del Vino Santo Trentino

L'uva da cui si ottiene il Vino Santo è la Nosiola, che trova il suo habitat perfetto proprio nella Valle dei Laghi. È curioso notare che, pur essendo l'unico vitigno a bacca bianca autoctono del Trentino, la sua coltivazione è molto limitata, corrispondente a circa solo l'uno per cento dell'intero territorio vitato trentino!

Entriamo ora nel vivo dell'argomento.

L’uva viene raccolta ben matura a vendemmia tardiva, tra la fine di settembre e la metà di ottobre e posta negli appassitoi, dove i grappoli vengono adagiati su particolari graticci. Gradualmente, con il passare del tempo, grazie all'effetto combinato del vento e la Botrytis cinerea, si genera il processo di appassimento naturale.

Alla fine di questo processo, l’acino riduce di circa il 30-40% il suo volume, concentrando tutti gli zuccheri e le sfumature aromatiche. Come già indicato, tradizione vuole che la pigiatura avvenga nella Settimana Santa.

Una volta ottenuto il mosto, comincia il lunghissimo processo di maturazione in piccole botti di rovere o acacia. Per l’imbottigliamento, la maggior parte dei produttori aspetta anche dieci e più anni.

 

 

Pensate che squisito nettare si ottiene. Un vino di grande equilibrio e raffinatezza, con note dolci mai stucchevoli e con un ventaglio aromatico incredibile!

Un prodotto veramente unico e particolare, Presidio Slow Food a partire dal 2013.

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