Intervista a Elisa Massi, fondatrice di Mangiaitaliano.de
“Raccontare l’Italia dei prodotti autentici al pubblico tedesco: una missione culturale”.
Elisa Massi è la fondatrice di Mangiaitaliano.de, il primo portale in lingua tedesca interamente dedicato alla valorizzazione dei prodotti tipici regionali italiani. Con uno sguardo lucido, appassionato e profondamente umano, Elisa ci racconta la sua esperienza di italiana all’estero, le difficoltà incontrate nella promozione dei nostri prodotti, e l’urgenza di una comunicazione enogastronomica capace di unire territori, identità e mercati.
La sua voce si unisce al coro di chi crede che il cibo sia cultura e che la biodiversità italiana vada difesa anche (e soprattutto) fuori dai confini.
Elisa, come nasce Mangiaitaliano.de?
È nato nel 2014, mentre insegnavo lingua italiana in un’università tedesca. I miei studenti erano affascinati non solo dalla lingua, ma dai menù, dai piatti, dai prodotti tipici regionali italiani. Da lì ho capito che mancava uno strumento capace di comunicare in modo corretto e approfondito la nostra cultura enogastronomica. Ho iniziato a studiare storia della gastronomia, ho letto Montanari e altri studiosi, e ho deciso di costruire un ponte tra i prodotti e il pubblico tedesco.
Com’è stato l’impatto con la Germania?
Quando mi sono trasferita in Turingia nel 2007, mi sono sentita culturalmente “affamata”. Nessun prodotto autentico, solo le “settimane italiane” dei discount. Tornare in Italia d’estate significava tornare a casa anche attraverso i sapori. Portavo in Germania ceste piene di bontà: era benessere allo stato puro.
Quando ha preso forma concretamente il progetto?
Nel 2015 mi sono spostata a Monaco. È lì che Mangiaitaliano ha cominciato a strutturarsi: ho registrato il marchio, ideato il logo e trovato i primi collaboratori. L’idea era quella di mappare i prodotti tipici per regione, partendo da DOP, IGP, DOCG e Presìdi Slow Food. Entro fine 2025, il portale ospiterà circa 650 prodotti raccontati in modo chiaro e culturalmente corretto.
A chi si rivolge Mangiaitaliano?
Ai turisti e ai consumatori tedeschi, a chi ama l’Italia e vuole conoscerla davvero. Ogni settimana pubblico articoli sulla cultura gastronomica italiana, e a breve lanceremo rubriche sui gastro-eventi e una sezione dedicata al turismo enogastronomico.
Quali ostacoli hai incontrato e stai incontrando?
Tanti, soprattutto legati alla mentalità. In Germania, le aziende vengono formate all’export. In Italia manca spesso questa preparazione. Ma soprattutto manca la capacità di comunicare il prodotto con profondità: raccontarne la storia, l’uso in cucina, il valore culturale. Se non lo spieghiamo, il consumatore estero non può comprenderlo e valorizzarlo.
E il futuro?
Voglio che Mangiaitaliano diventi un punto di riferimento per il pubblico DACH (Germania, Austria e Svizzera). Un piccolo faro che orienta e ispira, valorizzando la biodiversità italiana e rendendo giustizia a una cultura gastronomica che merita di essere raccontata bene. Non porto solo prodotti italiani in Germania: costruisco un ponte fatto di cultura, fiducia e verità. Credo profondamente che il cibo sia un linguaggio universale, e che raccontarlo bene significhi proteggere la nostra identità.
Ringrazio Fine Taste per aver voluto ospitare la mia voce: condividiamo la stessa visione, lo stesso rispetto per il territorio e per chi ogni giorno sceglie la qualità come forma di resistenza.