Zuppe e minestre nella nostra dieta: origini, storia e differenze

by Redazione Fine Taste

Parlare di zuppe e minestre quando ormai siamo in primavera può sembrare bizzarro.

È sicuramente vero che il clima invernale meglio si adatta a un piatto fumante di zuppa o di minestra, ma anche in questa stagione si può godere dell’effetto corroborante di questa pietanza, magari servita a temperature più “tiepide” e rinfrescanti.

Qualunque siano i vostri gusti, questi due piatti hanno un’origine molto antica, umile e domestica. Forse sono i piatti “domestici” per antonomasia: difficile, se non impossibile, trovarli nei menu dei ristoranti. A nessun altro piatto della grande tradizione culinaria italiana viene riservato questo trattamento. A volte lo troviamo “nobilitato” con il termine “vellutata”, ma è sempre una sorta di eccezione che conferma la regola.

È curioso che anche nel linguaggio comune la parola minestra assuma una valenza negativa: un piatto banale e privo di personalità. Chi tra noi non ha mai sentito questi detti popolari: “mangiare sempre la stessa minestra”, “mangiar questa minestra o saltare dalla finestra”, “un piatto di minestra non si nega a nessuno”.

Che terribile ingiustizia! Le minestre possono essere dei capolavori di gusto e originalità. Con le loro infinite varianti di colori, sapori e consistenze sono spesso più gustose e accattivanti delle altre pietanze. Voi cosa ne pensate?

Qual’ è la differenza tra minestra e zuppa?

Partiamo dall’etimologia dei due termini.

Definizione di minestra

Se cercate sul vocabolario, il termine minestra indica una “vivanda di riso o pasta, in brodo con verdure e legumi, o cotta in acqua, scolata e condita”.

Dalla definizione la minestra può essere, quindi, sia in brodo che asciutta. Nell’accezione più comune però la minestra e nata e associata al brodo: ancora oggi per minestra si intende una preparazione liquida con verdura.

La parola “minestra” è molto antica, le testimonianze scritte dove compare per la prima volta risalgono al 200. Deriva dal latino “minestrare”, che vuol dire somministrare e quindi "ministrata", ossia servita dal capofamiglia.

Definizione di zuppa

Il termine zuppa è invece molto più recente (XV-XVI sec.) e deriva dalla voce gotica “suppa” che vuol dire “fetta inzuppata”. Nel Medioevo il piatto era costituito da una grossa e larga fetta di pane sulla quale venivano appoggiate le varie vivande. Alla fine del pasto questo pane, impregnato dei succhi e dei condimenti di carne ed altri ingredienti, veniva donato alla servitù che lo metteva in pentola con verdure ed acqua ottenendo una saporita vivanda calda.

La sua preparazione è infatti costituita da pane (generalmente raffermo) immerso in un brodo di legumi e verdure. Le zuppe di ceci, lenticchie e fagioli si diffusero a partire da questo periodo.

A ben pensarci, questa tradizione è sopravvissuta anche ai giorni nostri, pensiamo ad esempio alle fette di pane casereccio che si mettono sul fondo del piatto della minestra in alcune preparazioni!

Accanto alle minestre e alle zuppe, esistono delle varianti: il minestrone e la vellutata.

Minestrone

Il minestrone è una preparazione più ricca della normale minestra, sopratutto per l’utilizzo di un numero maggiore di ingredienti vegetali addensanti, quali per esempio legumi secchi o freschi, patate e zucca. I grassi di condimento variano secondo le varie regioni: burro, olio di oliva, lardo o anche cotenna di maiale. Il minestrone può essere gustato caldo, tiepido o freddo. In alcuni casi, è anche migliore se riscaldato il giorno successivo. I sapori si concentrano maggiormente e lo rendono ancora più delizioso.

Crema e vellutata

Il termine crema applicato ad una preparazione salata e cremosa non viene tradizionalmente usato nella cucina quotidiana, ma appartiene all’alta cucina. Per la denominazione classica, le creme sono delle minestre cremose a base di verdure, carne o pesce preparate con un roux bianco o della besciamella, quindi, legate con farina ed arricchite con panna da cucina.

Diciamo che dal lato della preparazione il confine tra crema e vellutata è molto labile, spesso la differenza la fanno il numero di ingredienti (minori nella crema e maggiori nella vellutata) e la consistenza che si desidera ottenere.

In Italia, esiste una regione in cui le ricette a base di minestre e zuppe sono più numerose o si equivalgono in tutte le regioni senza troppa distinzione? Difficile da stabilire!

Noi abbiamo scelto la Toscana e se volete assaggiare zuppe biologiche artigianali le trovate qui.